sabato 5 settembre 2009

Andrea non si è perso


Andrea Papetti è un cantautore marchigiano che esordisce su cd con "L'inverno a settembre". Andrea Papetti è un mio caro amico.
Chiarisco così il motivo per cui non potrò ambire ad alcuna oggettiva riflessione sul suo album.
Epperò di cose da dire ce ne sono. Eccome.
Andrea è un ragazzo dotato di grandi umanità e sensibilità, nascoste da una corazza burbera (ma non troppo). La vita gli ha fatto affrontare, finora, prove ed asperità che hanno lasciato qualche cicatrice, e questi segni sono ben visibili nelle sue canzoni. I temi che predilige sono temi legati alla passione civile e ai sentimenti forti. Ma questo non deve portare alla facile equazione che farebbe pensare al "solito" cd di un cantautore impegnato: testi tormentati, ambizione intellettuale ma musica pallosissima. Questo almeno era ciò che anch'io temevo di più. Invece no, grazie al cielo.

Sono le musiche, i suoni e gli arrangiamenti che mi sorprendono, brano dopo brano. Andrea ha impiegato cinque anni per autoprodursi, ma lo sforzo (anche economico, diciamolo) è stato ripagato dal risultato. E' stato bravo anche a scegliere un produttore artistico come Alessandro Svampa, che lo ha guidato con gusto e passione attraverso le difficoltà dell'esordio discografico, che per molti costituisce un banco di prova insormontabile.
Ad un primo ascolto emergono qua e là possibili riferimenti artistici utilizzati come fonte d'ispirazione, ma nell'insieme dimostra già una buona personalità, che si svincola da scimmiottamenti di esperienze passate in cui cadono frequentemente i cosiddetti cantautori.
In quesi anni ho fatto il tifo per lui, in alcuni momenti l'ho sentito in difficoltà e anche parecchio, tanto da pensare che forse questo album non ce l'avrebbe fatta a vedere la luce. Le etichette, e l'indistria discografica in generale, sappiamo in che modo si muovono: per autori come Papetti spazio ce n'è poco o niente. Invece Andrea ha la testa dura e dopo questa pubblicazione in proprio, forse arriverà anche una distribuzione (magari via web).

Ho ascoltato varie volte il disco, in questa settimana. Ogni volta noto qualcosa in più. Noto ad esempio che ero partito ben disposto, pronto a perdonare le inevitabili ingenuità e rozzezze di un esordio (per di più autoprodotto!) di un amico, e invece dentro "L'inverno a settembre" c'è ben poco da perdonare. Ci suonano artisti di caratura assoluta come Alessandro Svampa (per anni batteria di De Gregori), Massimo Fumanti (già con Locasciulli) o Luca Bulgarelli (stabilmente al basso con Cammariere). A tutto questo aggiungiamo Pippo Pollina, col quale duetta nella bonus track "Banneri" in dialetto siciliano(!).
Il risultato è un album vero, dove Andrea Papetti risulta finalmente per quello che è. Dopodiché potrà anche non piacere. Ci sono momenti però che difficilmente deluderanno, anche se ho difficoltà ad indicare i miei preferiti. Trovo ad esempio una delizia la piccola gemma che arriva al numero 10, "Ninna nanna": dove viene fuori tutta la tenerezza di un ragazzino (l'Andrea di qualche anno fa) e dove i toni sono soffici di ricordi e malinconie. Ma anche la dedica ad Enzo Baldoni nella cruda "Inferno Baghdad" e la coinvolgente "Vanilla Sky" che mi piacerebbe sentire presto dal vivo. Senza parlare della sofferta titletrack "L'inverno a settembre" dedicata (come tutto l'album) alla mamma di Andrea.
Una menzione a parte la merita la bella copertina dell'album curata dal collega cantautore ed amico Fabrizio Emigli: e pensare che negli anni '70 gli album di (Fausto) Papetti andavano a ruba grazie anche alle copertine sexy... ma questo è un altro discorso.
Quello che conta è un brillantissimo disco d'esordio, che spero abbia presto la possibilità di essere presentato anche con concerti dal vivo.
Bravo Andrea. Oggettivamente.

PS: chi volesse ordinare il cd può mettersi in contatto con Andrea Papetti (andreapapetti@alice.it)