venerdì 27 marzo 2009

Barbara nel Nuovo Mondo

Io Barbara non la conosco di persona.
E' una di quelle amicizie che nascono in rete di questi tempi, complici i vari blog, facebook, ecc. Alcuni amici in comune (in questo caso gli Yo Yo Mundi), e ti ritrovi a conoscere persone che vivono a centinaia di chilometri di distanza.
Logicamente non puoi dire di conoscere davvero quella persona, ma in ogni caso hai la percezione di passioni, gusti e sensibilità che possono evidenziare dei lati in comune con i nostri. Si crea così un embrione di amicizia che, nel caso di molte persone che ho avuto modo di conoscere in questi anni, si trasforma col tempo, e talvolta ti fa scoprire gente fantastica che non vedi l'ora di incontrare di nuovo. Da episodi del genere è nata ad esempio l'esperienza di Nuovomondo.
Barbara Zanon è una bravissima fotografa veneziana, di quelle vere che a noi semplici appassionati di fotografia fanno venire un "sano" sentimento di invidia.
In realtà so pochissime altre cose di lei: che si commuove vedendo "The Life of David Gale", che nel numero di aprile parlano di lei su "Glamour" ma soprattutto che in questo momento sta partendo per un viaggio negli Stati Uniti. Ecco. Proprio di questo viaggio volevo parlare: la macchina fotografica di Barbara nei prossimi 40 giorni esplorerà il Nuovo Mondo (un concetto che torna spesso tra i miei amici...).
Chi vuole può seguire in tempo reale il suo lavoro sul blog Fotoriflessioni che ho anche linkato qui accanto (nell'elenco blog personale). Sono certo che i miei amici che leggono queste note su Scelte e conseguenze o su Facebook avranno modo di apprezzare quello che ci manderà Barbara. Vi consiglio poi di dare un'occhiata al suo sito ufficiale dove potete vedere moltissimi scatti e farvi un'idea più completa della sua arte.
Buon viaggio.

PS per Barbara: Le foto in questo post sono di Barbara Zanon. Le ho carpite da facebook senza la tua autorizzazione perchè a quest'ora sei in aereo. Se non mi autorizzi le rimuovo al più presto.

lunedì 23 marzo 2009

Steven knows


Fan sfegatato. Ecco cosa mi descrive meglio di ogni altra cosa.
Steven Wilson ha saputo conquistarmi col tempo, avvicinandomi alle sue mille sfaccettature. Dei tanti musicisti che ammiro, Steven rispecchia molto di quello che mi piacerebbe fare di persona: passare da un genere all'altro senza problemi, attorniarsi di collaboratori straordinari, divertirsi a pubblicare album e video nei formati più diversi curando artwork innovativi, effettuare tour mondiali da rockstar alternando piccole esibizioni da club tenendo in piedi almeno tre progetti ogni anno.

Ha iniziato con lo pseudonimo Porcupine Tree, che poi si è evoluto nella celebre rock band in cui oggi militano l'ex-Japan Richard Barbieri, Colin Edwin e Gavin Harrison (anche con i King Crimson). Poi dalla collaborazione con altri musicisti sono nati prima i No-Man (con Tim Bowness), successivamente i Blackfield (con il cantautore israeliano Aviv Geffen). Ma questo che per chiunque altro sarebbe stato un superlavoro non gli ha impedito di approfondire la vena più spiccatamente sperimentale con il progetto Bass Communion, ed infine le avanguardie krautrock e spacerock in voga negli anni '70 con l'incarnazione I.E.M. (Incredible Expanding Mindfuck). Qua e là sono uscite fuori cose incatalogabili sotto il nome di Altamont (ma aveva solo 16 anni all'epoca), Karma o semplicemente Steven Wilson, oltre alle decine di collaborazioni e produzioni artistiche (sarà lui a curare la nuova edizione su cd delll'intero catalogo dei King Crimson). Tutti i maniaci come me troveranno pane per i loro denti nella straordinariamente dettagliata discografia curata da Uwe Häberle.

Ebbene dopo tutto questo tempo siamo arrivati al primo album solista del nostro caro Mr. Wilson. Il disco si chiama "Insurgentes" e già al primo ascolto dichiara di voler essere figlio di tutto quello che abbiamo detto finora. E' come se Steven Wilson avesse voluto far convivere tutte le sue molteplici passioni in un unico cd.  "Quando ho cominciato a scrivere queste canzoni, mi sono accorto in fretta che erano più adatte ad un album che portasse il mio nome. - ha detto Steven presentando il disco - Era un processo di scrittura intuitivo e quasi inconscio, che risultava come una sorta di poesia della malinconia." Sarebbe un errore però pensare a questo album come ad un collage di cose diverse ed un po' slegate tra loro perché al contrario tutto è molto compatto e legato, con riferimenti alle produzioni già citate, ma anche "ai recenti album di Thom Yorke (dei Radiohead), Portishead e Nine Inch Nails. Merito anche dei musicisti che hanno contribuito ad un suono davvero impressionante per gusto e misura: Tony Levin,  Gavin Harrison, Theo Travis, ...
La data di uscita ufficiale è il 9 marzo 2009, ma già da novembre era possibile ordinare via internet la versione cd+dvd, nella quale l'album è disponibile anche con il mix in 5.1. Visto che ora tale versione si trova normalmente in vendita vi raccomando davvero l'ascolto multicanale mediante il lettore dvd collegato all'amplificazione home theatre: un'esperienza ricchissima che vale la spesa. 
Per aggiornamenti, ulteriori informazioni e, perché no, un po' di shopping... c'è il sito ufficiale di Steven Wilson www.swhq.co.uk e quello della casa discografica (anche in italiano!) dedicato all'album.

mercoledì 11 marzo 2009

Colin alla conquista del mondo


Mi piacciono le storie piccole, quelle che parlano di persone, di rapporti umani. Le storie dove ci si conosce e ci si riconosce. Anche nella musica ho un gusto particolare nel cercare piccole realtà, spesso poco conosciute, che difficilmente entrano nel grande giro.The Decemberists sono un gruppo che ha avuto origine nel 2000 nella provincia americana (precisamente a Portland, Oregon): e si sente. Non hanno mai avuto a che fare con generi "alla moda", sono intrinsecamente indie, sul palco suonano alla grande senza grandi aiuti scenografici. In una parola: sono bravi! e tanto mi basta.

Nel loro suono si riconoscono tante influenze dal progressive anni '70 al folk irlandese, dai The Smiths ai Dexy's Midnight Runners, fino al songwriting tipicamente statunitense e a sonorità comuni a gruppi attuali come The Shins. Il tutto però talmente mescolato da diventare un qualcosa di molto personale, forse non straordinariamente innovativo, ma totalmente godibile e mai banale.Fin dall'inizio hanno pubblicato album, singoli, EP, nei formati più vari (alcuni solo in vinile), hanno preso parte a decine di compilation regalando brani inediti e cover a destra e a manca, per questo motivo ricostruire una discografia dettagliata (al di là degli album ufficiali) è abbastanza difficile.

Ogni album ha rappresentato un'evoluzione ed un miglioramento rispetto al precedente, tanto che anche la Capitol nel 2006 se ne è accorta e ne ha curato la distribuzione di "The Crane Wife", che ad oggi è il loro ultimo straordinario album. Un disco che rappresenta la summa di quanto detto finora e che gli ha dato una discreta visibilità negli Stati Uniti; almeno la metà dei brani avrebbe potuto essere un singolo di successo tanto è vero che ai loro concerti il pubblico entusiasta canta dall'inizio alla fine. Se non lo avete ancora ascoltato... beh, cosa aspettate?

Artisti a tutto-tondo, The Decemberists curano personalmente la grafica delle copertine ed i manifesti: ogni concerto ha un manifesto diverso dagli altri! Straordinaria in questo senso l'opera della pittrice Carson Ellis, moglie del cantante e frontman Colin Meloy.
Il prossimo 24 marzo esce il nuovo attesissimo disco, "The Hazards of Love", che costituirà la prova più difficile per Colin Meloy e i suoi amici: passare da un buon successo locale alla possibile ribalta internazionale. Molti gruppi in passato non hanno resistito al "salto", annacquando le proprie caratteristiche peculiari sacrificandole (ahimé) per logiche di mercato.Intanto nei giorni scorsi hanno rivelato il nuovo singolo "The Rake's Song", liberamente scaricabile in mp3 dal sito www.decemberists.com. Mi apetto molto da loro, sperando di vederli live dalle nostre parti, e sono convinto che si tratterà della ennesima prova convincente di un gruppo di cui sentiremo parlare a lungo.

PS: ho ricostruito una discografia dettagliata del gruppo, che è disponibile su richiesta.
PPS: per il concerto radiofonico di presentazione del nuovo tour hanno indetto un concorso tra i fans per il miglior manifesto. Qui sotto trovate il vincitore, ma a questo link anche gli altri partecipanti.