mercoledì 6 aprile 2011

Piano Piano

Torna a Roma Ludovico Einaudi.
Sempre all'Auditorium, ma stavolta con "The Solo Concert" nella bellissima Sala Santa Cecilia. I posti sono andati a ruba, letteralmente, e quando un paio di settimane prima mi presento alla biglietteria scopro con disappunto che sono rimasti solamente una ventina di posti liberi, non di più (la capienza è di circa 3000!!!). Mi accontento dell'ultima scelta: i posti del retropalco.
Arriva il 23 marzo ed insieme ad un caro amico ci presentiamo con una mezz'ora di anticipo scoprendo con positiva sorpresa che in realtà il retropalco (in questo frangente) è un posto fantastico: vicinissimi al pianista, con un angolo che ci permette di coglierne tutte le espressioni del viso ed un'acustica eccellente.
Fino a cinque minuti dall'inizio le persone in sala sono poche, ma all'improvviso i posti si riempiono, le luci si abbassano e il concerto può iniziare.
Einaudi propone una serata di solo pianoforte, motivo per il quale (nei giorni precedenti) avevo voluto ripassare soprattutto i brani di qualche anno fa. Invece resto sorpreso quando ascolto i primi pezzi eseguiti, tratti da "Nightbook" e "Divenire". Mai avrei immaginato che nell'arrangiamento "solo piano" potessero mantenere tale e tanta intensità ed emozione.
G.Segantini - Le cattive madri, 1894

Un'ulteriore chiave di lettura dell'universo compositivo di Einaudi, viene spiegata da lui stesso nell'unico intermezzo parlato.
Durante il concepimento dell'album "Divenire", infatti, confessa di essere stato colpito dalle opere di Giovanni Segantini. Il pittore tirolese, con il passare degli anni, ha cercato sempre più un senso di assoluto nelle proprie raffigurazioni dei paesaggi alpini, accentuando una tonalità di base quasi monocromatica. Ecco anche Einaudi ha svolto una ricerca analoga, ma in campo musicale. La ricerca di una tonalità base lo ha portato a scomporre le note del pianoforte nelle componenti attack-decay, accentuando proprio quest'ultima.
Be', sembrerà incredibile, ma di recente ha scoperto di poter ricreare anche dal vivo questo effetto, grazie all'ausilio del suo iPod! Ed eccolo lì il maestro torinese, che nel bel mezzo del concerto gira la rotellina del proprio lettore mp3 quasi fosse la naturale estensione della tastiera, conferendo alle proprie note una magica dilatazione.
Si susseguono brani di varie epoche: da "Snow Prelude" ad "Andare" passando per "Indaco", "Berlin Song" e "Fly". Si prosegue così in una bellissima atmosfera, appena disturbata da eccessi di tosse (qualche spettatore appare pronto per il sanatorio...) e dai troppi flash: il ragazzo alla mia sinistra ad esempio non si accorge del fastidio che provoca il suo autofocus, tanto che Einaudi interrompe l'esecuzione all'inizio de "I giorni" (ultimo bis) lanciandogli un'occhiata feroce.
Un concerto bellissimo ed emozionante di un artista di livello altissimo: sarà bello da ricordare nei giorni a venire, compiacendomi del fatto di esserci stato.
photo courtesy Teresa (forum www.ludovicoeinudi.com)