mercoledì 15 febbraio 2012

Piano gentile

E' gentile il primo aggettivo che mi viene in mente pensando ad Arturo Annecchino. Un po' per i modi garbati che ha nel proporsi al pubblico, un po' per la sua musica, che mette a proprio agio l'ascoltatore e che proprio per questo impiega poco ad entrare nel cuore di chi si avvicina alle sue note.
E' uscito ad ottobre scorso il terzo album della serie Midnight Piano (stavolta dal titolo ancor più sintetico: "Midpiano 3") e l'occasione da non perdere è rappresentata dal suo concerto dal vivo al Teatro Eliseo di Roma, il 6 febbraio.
L'ingresso a teatro prevede una significativa performance di Alice Sforza, sulla scala di accesso, dal titolo "Eyes". La performer è seduta bendata sui gradini, mentre il suo sguardo è riprodotto sul computer che porta in braccio.
Il concerto invece si svolge su un palco dove è stata lasciata una scenografia del "Romeo e Giulietta" (di cui ha composto le musiche), che dà l'idea di trovarsi in un esterno (una piazza?), mentre le luci basse consentono di rendere visibile il disco bianco della luna al di sopra dei tetti.
Eppure la musica di Annecchino è realmente senza spazio e senza tempo ed i riferimenti veri sono nell'anima di ogni ascoltatore, che chiudendo gli occhi ha modo di collocarsi in una dimensione altra, che è quella del pianoforte e delle sue melodie.
Da sempre dedito alla musica per il teatro (ma anche cinema con "La bellezza del somaro"), Arturo Annecchino non è un pianista classico nel senso tradizionale del termine e, come lui stesso dichiara, è in gran parte autodidatta. Per trent'anni si è messo al servizio di produzioni teatrali in tutta Europa, soprattutto con il celebre regista tedesco Peter Stein, e solo dal 2007, grazie alla sensibilità dell'etichetta Storie di Note di Rambaldo Degli Azzoni, viene alla ribalta discografica come autore.

Arturo Annecchino e Alice Sforza
Il pubblico sta imparando a conoscerlo pian piano e per l'appuntamento all'Eliseo è abbastanza numeroso e segue con attenzione l'ora abbondante di musica. I brani sono quasi tutti estratti da "Midpiano 3", che appare anche dal vivo un'opera matura e piacevole nella sua gentilezza. Nel finale c'è anche modo di apprezzare una misurata contaminazione elettronica (fatta di loop ed effetti) che proviene dalla valigia che l'autore ha portato con sé sulla scena.
Una prova indubbiamente positiva che scalda il cuore di tutti, mentre fuori c'è una insolita neve romana.


Le fotografie sono di Pietro Pesce. Grazie a Lara Maroni di Storie di Note.