mercoledì 15 gennaio 2014

Mistero comico

La comicità è arte sopraffina: non si impara a scuola eppure non può prescindere dai grandi maestri. E' questo ciò che mi frullava in testa uscendo dal Teatro Olimpico, dopo aver visto "Il mistero dell'assassino misterioso" con Lillo e Greg.
La commedia scritta nel 2000, andò in scena in tutta Italia per tre anni ed ha avuto molte rappresentazioni con altri interpreti e persino una versione in spagnolo. Si tratta di un tipico schema di giallo all'inglese, ambientato in un'aristocratica dimora popolata da familiari infidi, servitù ambigua ed un investigatore dalla logica inappuntabile. Una storia che può far ricordare Cluedo e L'ispettore Barnaby. Il gioco di Lillo e Greg (un po' come ne "La baita degli spettri" visto la primavera scorsa all'Ambra Jovinelli) consiste proprio nel demolire ogni stereotipo sul tema, inserendo stavolta anche imprevedibili dinamiche e divertenti rivalità tra gli attori di una compagnia teatrale.
Tanti hanno utilizzato in passato gli schemi classici della suspense per effettuare le parodie (dal "Frankenstein Junior" di Mel Brooks all'Ispettor Clouseau di Peter Sellers), ma la bravura degli autori sta proprio nel cercare una via propria, scavata nel solco dei "maestri". La cifra stilistica tipica di Lillo e Greg, con giochi di parole, equivoci e trovate visive surreali, si trova perfettamente a proprio agio con l'ambientazione e la eccellente recitazione degli altri attori.
E' infatti una commedia molto più corale di quanto ci si possa aspettare, con i bravissimi Vania Della Bidia e Danilo De Santis, collaboratori di lunga data, oltre alla divertente Dora Romano. Anche il regista Mauro Mandolini fa parte della squadra consolidata dalla attività teatrale degli ultimi quattro anni. Tutto questo contribuisce alla fluidità complessiva, priva di tempi morti e dai ritmi elevati.
Il pubblico si diverte davvero e alla pomeridiana sono presenti spettatori di ogni età.
Lillo e Greg si confermano una delle poche realtà davvero comiche, in un panorama di battutisti dal respiro corto, figli dei tanti contenitori televisivi.