Era il 25 gennaio 2002 quando vidi per la prima volta Pippo Pollina dal vivo. Era accompagnato da un gruppo di giovani siciliani (Messina, Sutera ed Apprendi)
che non conoscevo per niente e che sarebbero rimasti diversi anni al suo fianco. Bravissimi.
Avevo deciso di andare perché molto colpito dai bellissimi album Rossocuore e Versi per la libertà e alla fine della serata avevo pensato: "Che schifo di paese l'Italia! Uno bravo come Pollina deve venire a Roma ad esibirsi in un cesso di locale come questo Locanda Atlantide".
Sette anni dopo il locale è sopravvissuto ad una forzata chiusura, indotta dalla giunta regionale di Storace qualche anno fa, ma in fondo è sempre uguale: qualche sedia sparpagliata, bagni in cui per vedere qualcosa devi lasciare la porta aperta, insomma... tanta creatività.Nel frattempo ho avuto modo di stringere una preziosa amicizia con Pippo, perdendo forse la possibilità di un'analisi davvero oggettiva del suo lavoro artistico, ma con la certezza di poterne cogliere sfaccettature altrimenti impercettibili, come capita con le persone a cui sei legato dall'affetto.
Stavolta sul palco sale insieme al "compare" di sempre, Linard Bardill, al quale dobbiamo gratitudine, per averlo sostenuto agli inizi, introducendolo nell'ambiente discografico dell'etichetta svizzera Zytglogge. Collaborano da 23 anni eppure questa è la prima tournée insieme in Italia. Esce infatti in questi giorni il loro nuovo album Caffè Caflisch che hanno registrato tra settembre ed ottobre a Zurigo.L'esibizione (nonostante l'influenza e la tosse di Pippo) fa capire come alle spalle ci sia un affiatamento consolidato sulla base di notevoli capacità vocali da parte di entrambi, ma soprattutto divertimento, stima e affetto reciproci. Sul palco Pippo e Linard siedono sugli sgabelli suonando le chitarre acustiche, illuminati da una fioca luce rossastra, che aumenta l'atmosfera "confidenziale" della serata. Di tanto in tanto Pippo passa al piano elettrico come spesso accade ai suoi concerti.
Durante i brani i due protagonisti sfoggiano un'intesa notevole, che viene confermata dai "siparietti" parlati tra le varie canzoni: l'impressione è quella di trovarsi nel salotto ad una festa tra amici, in cui due hanno imbracciato la chitarra tra una risata e l'altra.
Molti brani sono stati presentati già nell'album dell'anno scorso (Di nuovo insieme), ci sono poi alcuni classici della loro produzione solista (come Il giorno del falco e Tamangur) arricchiti da qualche estratto dall'album in uscita.
E' un vero e proprio esperimento di osmosi musicale tra i due, che diventa anche mescolanza di culture, lingue e dialetti come difficilmente capita di vedere anche tra i cosiddetti artisti di "world music". Quello che propongono Pollina e Bardill è un crogiuolo di emozioni che passano senza scosse dai boschi dell'Engadina, ai caffè di Palermo, dal Cile di Victor Jara ai songwiters americani, utilizzando la lingua più opportuna per trasmetterle: che si tratti dell'italiano, del tedesco, del romancio, dello spagnolo, del siciliano o dell'inglese poco importa. Così come importa poco il singolo brano in un concerto come questo: eppure sento di dover rammentare, tra tutte le canzoni suonate, l'emozionante versione di Siamo angeli.
Al termine si esce con un'unica, grande, forte sensazione di pienezza. I due signori sul palco hanno centrato l'obiettivo di portare in scena una performance deliziosa dal punto di vista artistico e sarebbe un peccato dover attendere altri 23 anni per rivederli insieme dalle nostre parti.
PS: Le foto della serata sono qui.
6 commenti:
ma guarda cosa mi tocca scoprire così per caso, un blog anche tu! adesso ti linko nei miei preferiti visto che non ti posos linkare da nessun altra parte. Grazie per questo resoconto, l'amicizia e la confidenza tra Pippo e Linard mi ha fatto pensare a tante belle amicizie che sento anche io vicine, una a caso ...
un bacio
la pimpa svizzera
Iniziamo col dire che le foto sono bellissime e che la Locanda Atlantide, attraverso i tuoi scatti, sembra un locale psichedelico d'altri e migliori tempi!!!! Anche a me, a parte la bravura di Pippo, ha colpito tantissimo il rapporto di amicizia tra i due... La musica, quando è interazione tra anime affini, si trasforma... diviene qualcosa che va oltre l'incontro delle note... Ecco perchè, da sempre, io preferisco suonare con gli "amici"... perchè la musica è anche e soprattutto un mezzo per comunicare, non solo con chi ascolta, ma anche con chi condivide il palco, la sala prove, la stanza...la strada!!! ;-))
Grande Frà...
Ho "scelto" di restare ancora in Salento per vari motivi e quindi la "conseguenza" (seguendo il titolo di questo blog) è poi stata perdermi questa serata.
Questo resoconto era per me dunque importante, per assaporare un po' delle cose che ho perso.
Non avevo visto prima la tua segnalazione nel forum, dunque ho guardato solo ora le foto e letto il post. e non posso che dispiacermi ancora di più di essere rimasto bloccato a letto co un febbrone da cavallo.
Sebastiano
Ciao, sono capitata qui navigando nello sconfinato mare del web. :) Sono un'appassionata ammiratrice di Pippo e mi sarebbe molto piaciuto essere a questo concerto, ma purtroppo sono troppo lontana da Roma, però ho visto il concerto di Genova del 20 gennaio e l'emozione è stata ugualmente fortissima!
Claudia
Grazie anche a Claudia e Seba per essere passati da queste parti.
In effetti una grande serata con due bravissimi artisti. A Genova mi hanno raccontato di un'altra esperienza magica: ma che aspettiamo noi italiani per "scoprire" sto Pippo Pollina?
A presto
Francesco
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