Fa un certo effetto pensare che l’ultima volta in cui ho visto Tony Esposito dal vivo era 25 anni fa allo Sferisterio comunale di Cuneo: la tournée di Kalimba de Luna.
Oggi invece lo ritrovo a Termoli, in Molise, per la festa in piazza della notte di ferragosto. Ogni anno sul lungomare arriva un gruppo (per lo più di “vecchie glorie”) per intrattenere il pubblico numerosissimo prima del tradizionale spettacolo pirotecnico dell’Incendio del castello, a mezzanotte.
Quando, dopo le 22, Tony sale sul palco con la sua band si assiste invece ad uno spettacolo che non è affatto da vecchia gloria. Fa piacere vedere come gli anni siano stati benevoli con un Esposito in ottima forma circondato da bravi musicisti dei quali non sono stato in grado di comprendere i nomi (a proposito: i fonici qualche sforzo in più potevano farlo...). Tony al centro del palco è il regista di ogni singolo strumento: gesticola, ammicca, indica… e i musicisti lo seguono, come guidati a distanza, pronti a ricevere l’imbeccata. Tra le percussioni tradizionali ed etniche spicca anche una drum machine, che consente di ampliare all’inverosimile il colore che il percussionista dà ai propri brani.
La scaletta spazianel repertorio del Nostro, attraverso le musiche (alcuni famosissime) che hanno costellato la decennale carriera del nostro: Tierra, Pagaia (sigla di Domenica In nell’82), Kalimba de Luna (disco per l’estate 1984), Sinué, …
Tony Esposito come artista è sempre stato alla ricerca di mezzi con cui esprimersi, prova ne sono i fondali che sono ricavati da sue pitture. Il pubblico gradisce e segue applaudendo con passione, ricambiando il calore che emanano i musicisti sul palco. Qualcuno prova pure a lanciare complimenti in stile partenopeo (“Tony… tu si’ a freschezz’e Napule!”). Ma la musica di Tony non è circoscrivibile ad un’area: è davvero “musica del mondo” con influssi mediterranei, caraibici, brasiliani. Il lungo viaggiare degli scorsi anni è rimasto dentro alle sue note. Il mare è la connotazione che maggiormente unisce i suoi brani, e sentirli suonare a pochi metri dalla riva con un’aria carica di salsedine aggiunge un tocco di fascino in più. Il concerto scorre via con piacevolezza mettendo in risalto ritmi e atmosfere che abbiamo imparato ad apprezzare negli anni. Ma è quasi mezzanotte. Bisogna lasciare spazio ai fuochi d’artificio. Peccato, saremmo rimasti volentieri.
PS: le foto allegate sono quelle che ho scattato alla serata termolese. Il set completo è sul mio account flickr.