mercoledì 5 agosto 2009

L'Orlando grandioso


Per fortuna esistono ancora le arene estive, che mi consentono il recupero in extremis di film che altrimenti sarei costretto a vedere solo sul piccolo schermo.
Approfittando della tempestiva segnalazione dell'ineffabile Donnigio, riesco così a vedere Il papà di Giovanna di Pupi Avati, a quasi un anno dall'uscita nelle sale! Di questa pellicola si è molto parlato in occasione della partecipazione al Festival di Venezia e del premio assegnato a Silvio Orlando: in effetti non sono pochi i motivi per inserirla tra la migliore produzione cinematografica della stagione appena passata.
Pupi Avati quando centra una storia riesce a raggiungere livelli narrativi eccezionali e "Il papà di Giovanna" costituisce una delle sue migliori prove di sempre. Dopo appena due giorni, non ho resistito e ho rivisto il film in DVD, potendone così assaporare ulteriori sfumature.
Potrei provare a farne una recensione più organica, ma preferisco sottoporvi le mie disordinate emozioni, frutto una visione più approfondita 
del film:
  • La Bologna a cavallo della II guerra mondiale è descritta con discrezione, quasi a cercare di elevare la storia ad un livello più universale. Riecheggiano i momenti terribili degli anni '40 e con maestria Avati ci propone lo svolgersi in parallelo di un duplice vortice di follia: quella di una ragazza che scivola inesorabilmente verso un delitto efferato e quella di un'intera nazione che conosce le pagine più atroci del ventennio fascista e della guerra. Oltretutto la città emiliana è ricostruita interamente a Cinecittà, con una perizia che andrebbe sottolineata.
  • Figura di spicco nel dipanarsi della storia è Michele Casali, interpretato da Silvio Orlando. Un'interpretazione che gli è valsa giustamente la Coppa Volpi e che lo conferma tra gli attori più grandi che abbiamo in Italia. La recitazione è sempre a livelli straordinari lungo tutto l'arco del film, tanto da farmi azzardare un paragone con "colui che neanche si deve provare a confrontare": Eduardo De Filippo. Colpisce in lui la capacità di far evolvere la psicologia del personaggio attraverso le insidie (evitate) di una facile malinconia o stereotipi di pateticità: Orlando padroneggia le emozioni proprie e dello spettatore, lasciando sbalorditi per bravura ed intensità. Mostruoso.
  • Alba Rohrwacher si destreggia benissimo nei panni di una ragazza "così particolare" come Giovanna. Se è vero che le hanno scritto una parte bellissima, va anche ribadito come sia sua la capacità di farla propria fino alla verosimiglianza più totale. La battuta finale del film, quel "Mica è proibito" mi dà i brividi ancora adesso e costituisce uno dei finali più belli che abbia visto negli ultimi anni.
  • Sorprendenti, poi, gli altri interpreti: Francesca Neri e, soprattutto, Ezio Greggio. Siamo abituati a vederlo agire un po' sopra le righe in programmi televisivi come "Striscia la Notizia", eppure non potremmo immaginarlo più a suo agio nel ruolo drammatico di un uomo mite che si muove a colpi di sfumature, tra sguardi eloquenti e parole non dette. Mi auguro di vederlo nuovamente in un bel lavoro come questo.
  • dialoghi sono spontanei e non riflettono impostazioni di maniera cui spesso ricorrono le ricostruzioni cinematografiche dell'Italia fascista. Anzi è proprio la diffusa naturalezza del film che gli evita i cliché del caso.
  • Per ultimo suggerisco di far caso alle scenografie (Giuliano Pannuti) e ai costumi (Mario Carlini e Francesco Crivellini). La ricostruzione è così meticolosa ed alcuni dettagli sono così ben individuati che sembra di ritrovare le cose dei nostri nonni che abbiamo visto tante volte, ma quando ancora non erano d'antiquariato.
Un gran bel momento di cinema che probabilmente molti di voi avranno già visto. Chi fosse in ritardo come me... beh, non se lo facesse scappare.

1 commento:

Unknown ha detto...

E' bellissima la tua recensione ed è strepitoso il film! Silvio Orlando è spettacolare, intenso e commovente e di volta in volta si rinnova la mia "passione travolgente" per questo attore che continua a stupire per le sue qualità. Nel film si respira un'aria di follia crescente che stravolge la vita di molte persone; si manifesta palesemente in Giovanna, ma anche nella sorella di Ezio Greggio che incollando i ritagli di giornale sui vetri delle finestre finisce per essere ammaliata e coinvolta in quella follia collettiva della dittatura fascista che porterà il mondo alla guerra; e se non è FOLLIA questa!!