Non si può dire che Victor Jara sia particolarmente conosciuto dalle nostre parti. Anche chi ne ha sentito parlare, come il sottoscritto, magari ne conosce solo pochi brani, quelli più famosi.
Eppure non sono state poche le occasioni nelle quali si è cercato di dare lustro a questo straordinario poeta/cantautore cileno, vittima della repressione di Pinochet nel 1973 non ultimi l'album "Conosci Victor Jara?" di Daniele Sepe o "Il giorno del falco" di Pippo Pollina.
Una delle difficoltà principali per una maggiore diffusione dell'opera di Jara è rappresentata dalla lingua, questo devono aver pensato Gianni 'Donvito' Donnigio e Sebastiano Cuscito nel dare vita al progetto Manifesto di Victor. Si tratta di un lavoro che il duo ha messo in piedi partendo dalle canzoni di Victor Jara e che traduce in italiano (con attenzione e rispetto) i suoi testi. Dopo un periodo di prove per affinare anche le sonorità con cui presentare il progetto, il 19 dicembre scorso c'è stato l'esordio dal vivo in occasione della festa "Indovina chi viene a pranzo?" organizzata presso la Città dell'Utopia di Roma. Gianni e Sebiano vanno in scena dopo l'esibizione della "Banda Tom Joad" (analogo progetto dedicato a Bruce Springsteen, di cui parleremo prossimamente).
Fa freddo e il cielo promette pioggia, ma il Manifesto riscalda i cuori con una serie di esecuzioni bellissime anche se osteggiate da problemi tecnici (di amplificazione) e logistici (un giovinastro ottenebrato e con occhiali da sole, che pretende di uscire con la macchina dal piazzale destinato al mercato e al concerto... no comment).
Colpiscono nel segno le versioni di "Luchin" e "Herminda de la victoria", con Donnigio all'acustica che canta in maniera appassionata e appassionante e Sebiano che riesce a fondere la sonorità dark-wave del basso e l'e-bow della chitarra elettrica con la matrice espressamente latina dei brani. E' proprio questo il punto di forza del progetto: non una sterile riproposizione di ciò che è stato Jara, bensì una riscoperta che non nasconde il fatto che siano passati 40 anni. Sarebbe ridicolo un effetto nostalgia per qualcosa che non abbiamo vissuto, mentre risulta bellissimo scoprire quanto ci sia ancora di bello nella musica di Victor Jara.
Vi invito quindi ad approfondirne la conoscenza sulla pagina myspace e nel video di "Il giorno del falco / Manifiesto"... in attesa di notizie sulle prossime date.
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